La Festa delle lavoratrici, non solo dei lavoratori

L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna sul Primo Maggio e i rischi psicologici e pratici dell’attuale situazione

COMUNICATO STAMPA



Quest’anno, più che mai, è importante celebrare la Festa del lavoro: delle lavoratrici e dei lavoratori. Quest’anno in cui l’occupazione ha vissuto e vivrà un periodo drammatico, con molte persone che rischiano di perdere il proprio impiego e molte altre che dovranno venire a capo di un’inedita situazione, con il lavoro da svolgere e l’assenza del sostegno della scuola nella cura dei bambini. Un problema, quest’ultimo, che rischia di far arretrare la condizione di molte donne, che spesso sono le prime a essere chiamate in causa nella gestione dei figli. L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna vuole porre l’attenzione su tutte queste situazioni. Sono cambiati gli spazi e i tempi del lavoro, ma per certi aspetti i nodi da sciogliere sono rimasti gli stessi. Il primo di questi nodi è il ruolo della donna nella società, che non può essere quello dell’“angelo del focolare” e deve avere pari dignità e opportunità, anche all’atto pratico.

Chi, uomo o donna che sia, in qualche modo – che inevitabilmente dovrà prevedere anche il sostegno dello Stato – riuscirà a conciliare lo smart working, da casa, con la presenza dei figli da accudire, si confronterà per mesi con un impegno non certo “smart”. Un impegno che non mette al centro la persona e diventa di fatto sovraccarico, stress, piuttosto che una forma di  conciliazione vita-lavoro di qualità e benessere, quale il “lavoro agile” dovrebbe essere.
“Il lavoro, che fino a pochi mesi fa tenevamo ben separato e lontano dalla nostra vita privata, entra nelle nostre case: irrompe in cucina, in camera da letto, per alcuni persino in bagno. È sempre con me, in un pc portatile che mi porto dietro, o direttamente sul telefono, in tasca, addosso come un vestito. Si insinua nella relazione tra me e i miei figli: mi trovo davanti a un schermo a lavorare mentre allatto, preparo da mangiare o semplicemente ascolto la bambina che mi chiede aiuto per i compiti. Da esterno alla casa, il lavoro entra oggi nei miei spazi più privati”, commenta Carmelina Fierro, Dr.ssa in tecniche e scienze psicologiche dei contesti lavorativi e Consigliera dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna. E aggiunge: “ci saranno nuovi contesti in cui le sindromi da stress e da disadattamento si svilupperanno notevolmente. Questo stato di affaticamento psico-fisico può  compromettere sia il lavoro, sia la qualità delle relazioni, favorendo i conflitti generazionali e di coppia, con chiare conseguenze sulla salute psicologica di tutti i componenti della famiglia”.
Il lato positivo è che chi riuscirà a gestire efficacemente il proprio tempo, e ad avvalersi dell’ausilio di importanti forme di sostegno alla cura dei piccoli, potrà trovare l’opportunità di uno sviluppo personale. Potenziare le capacità digitali e imparare a gestire la propria libertà con maggiore responsabilità, riuscendo a disconnettersi e a organizzare tempi e spazi, saranno le nuove competenze necessarie per lavorare e vivere bene.


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