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Inviata il |
: | 29-09-2017 10:03:22 |
Oggetto |
: | Newsletter n. 47/17 - Riflessioni sui patrocini
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Care Colleghe, cari Colleghi,
recentemente vi è stato un dibattito acceso per la concessione, da parte dell’Ordine, di un patrocinio per un evento. Colgo questa occasione per fare alcune riflessioni sulle funzioni istituzionali dell’Ordine e riportare un po’ di chiarezza.
La concessione di un patrocinio è subordinata ad un Regolamento che rende l’atto amministrativo un atto trasparente e oggettivo. Come potrete verificare (clicca qui per leggere il Regolamento) sussistono alcune condizioni rispettate le quali il patrocinio è dovuto.
Ogni evento ha un Comitato scientifico responsabile dei contenuti e delle relazioni che vengono presentate e risponde alla Comunità professionale della scientificità dell’evento stesso. Non è l’Ordine a risponderne, non avendo alcuna competenza istituzionale in tal senso.
Il Consiglio dell’Ordine non conosce i contenuti che verranno proposti, mentre conosce i programmi con i titoli degli argomenti, i nomi dei relatori e i nomi del Comitato scientifico stesso. Se i titoli non contengono termini inammissibili o se i relatori sono regolarmente iscritti ad Albi professionali che garantiscono - ciascuno per i suoi - la correttezza di tale iscrizione, l’Ordine non ha strumenti legittimi per negare il patrocinio.
L’unico strumento che l’Ordine ha per intervenire sull’operato dei suoi Iscritti è l’esercizio del potere disciplinare. Vale a dire che, qualora vi siano Iscritti che operano scorrettamente in violazione del Codice Deontologico, è possibile procedere solo a seguito di fatti documentati e dimostrati e nell’ambito di un regolare contraddittorio. Se si facessero “dei processi alle intenzioni”, il potere disciplinare non sarebbe più una tutela per la Categoria, ma uno strumento lesivo e facilmente strumentalizzabile.
Dunque, se non è documentato un illecito disciplinare e se l’evento rispetta tutti i requisiti richiesti dal Regolamento, l’Ordine ha il dovere di dare il patrocinio anche nel rispetto della pluralità delle opinioni e del diritto di libera manifestazione del pensiero costituzionalmente garantito.
Vorrei infine ricordarVi, care Colleghe, cari Colleghi, che l’Ordine è una Istituzione Pubblica che opera nel rispetto del principio di legalità e, dunque, nel rispetto delle regole e per un’azione trasparente e imparziale.
Cordiali saluti, Anna Ancona
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